Famiglia linguistica che raggruppa gli idiomi parlati dai
Camiti, il cui territorio comprende la maggior parte dell'Africa settentrionale
e nord-orientale e, in Asia, la Mesopotamia e l'Arabia; da questo ceppo
linguistico si articolano quattro principali diramazioni riconducibili a quattro
grandi gruppi di idiomi: il semitico, l'egiziano, il berbero, il cuscitico. Gran
parte di queste lingue sono morte, cadute in disuso da millenni: è il
caso dell'accadico (assiro-babilonese), la lingua dell'antica Mesopotamia, e
dell'antico egiziano. Altre sopravvivono a stento, magari solo nell'uso
liturgico: come il copto (appartenente alla fase più tarda), soppiantato
nell'uso vivo dall'arabo. Al gruppo semitico appartenevano, oltre all'accadico
(testimoniato da migliaia di tavolette d'argilla, riportate alla luce dagli
scavi sistematici effettuati sui
tell mesopotamici), il fenicio e
l'ebraico (entrambe lingue cananee) e i dialetti aramaici; tuttora vive, in
questo gruppo, sono l'arabo e l'etiopico. Tra le lingue del gruppo
libico-berbero va ricordato l'antico libico, documentato in brevi iscrizioni non
anteriori al II sec. a.C. e ancora non definitivamente interpretate; tuttora
parlati sono i dialetti berberi (tuaregh, marocchino, algerino, tunisino,
libico, ecc.), la cui area di diffusione corrispondeva un tempo all'intera
Africa settentrionale (Egitto escluso), ma che poi sono stati fortemente
ridimensionati dall'invasione araba del VII sec. Quanto poi al gruppo cuscitico,
aveva come centri principali l'alta Nubia (numerose le iscrizioni di duemila e
più anni fa, ma scarsamente interpretabili) e l'altopiano etiopico
(passato in seguito quasi per intero nell'area linguistica semitica). Tra le
lingue cuscitiche attualmente parlate gli studiosi annoverano il somalo, il
galla, il sidamo e l'ometo (Etiopia sud-occidentale), l'afar (Dancalia), il
begia (Sudan, tra il Nilo e la costa del Mar Rosso), e altri dialetti ancora,
diffusi presso una comunità che non supera, comunque, gli 8 milioni
complessivi di persone. Tutte le
l.c. presentano naturalmente alcune
affinità, sia nel lessico che nel sistema fonetico e nella struttura
grammaticale. Ovunque, per esempio, le consonanti hanno una funzione
preponderante: di sole consonanti sono composte le radici delle parole, che ne
allineano di solito tre di fila.